Il cloruro di sodio si trova abbondantemente in natura. La maggior parte è disciolta in acqua di mare ed in parte si trova come minerale, allo stato solido, in giacimenti di terraferma (in questo caso prende il nome di “salgemma“). I processi di produzione variano a seconda della forma in cui il cloruro di sodio è disponibile.
Il cloruro di sodio può essere ottenuto in due modi:

    • per evaporazione naturale dell’acqua di mare, introdotta nella salina. Il passaggio da una vasca all’altra e l’effetto dell’evaporazione, dovuta al sole e al vento, determinano un aumento della concentrazione salina, fin quando l’acqua diventa satura. Raggiunto il punto di saturazione avviene la cosiddetta cristallizzazione, ossia il passaggio dallo stadio liquido allo stadio solido. Si passa poi al lavaggio in controcorrente della salamoia satura e successivamente Il sale viene centrifugato ed essiccato in forni a 225°C.
    • per dissoluzione sotterranea del giacimento salino, in cui il cloruro di sodio è disponibile allo stato solido mischiato a composti estranei, soprattutto argille, sali di magnesio. Si procede quindi ad iniettare acqua in profondità che risale poi in superficie sotto forma di salamoia satura, lasciando in profondità le impurità. Si procede tramite processi termici all’evaporazione delle salamoie e successivamente all’essiccamento per ottenere, infine, il sale.